AWS OUTPOSTS, ORA IL CLOUD È DAVVERO IBRIDO

AWS Outposts può essere la soluzione tanto cercata da ingegneri e programmatori per risolvere problemi di latenza su elaborazioni e trasmissioni critiche on cloud? A quanto pare, sì. A circa un anno dal momento della sua presentazione, avvenuta lo scorso novembre, la soluzione “ibrida” di AWS sembra aver raccolto un numero sempre maggiore di aziende interessate. Ma di cosa si tratta?

Chi meno spende, meno si espande!

Se le aziende in passato sceglievano soluzioni a basso costo e minor impatto su strutture e risorse del personale, le cose fortunatamente stanno cambiando, anche a causa dei carichi sempre più critici degli applicativi. Le soluzioni di cloud pubblico sono state felicemente abbracciate non appena si è intuito che quelle on premise mettevano in evidenza la difficile scalabilità. Utilizzare anche contemporaneamente più soluzioni cloud differenti ha dato vita a quel multicloud di cui tutti parlano, nuova terra di frontiera non sempre di facile approccio e soprattutto, protezione. Amazon AWS non si è fatta quindi sfuggire l’occasione di arrivare sul mercato con un prodotto rivoluzionario ma, soprattutto, di facile implementazione. Outposts porta i servizi AWS nativi, sia quelli di infrastruttura, sia i modelli operativi in modo virtuale su qualsiasi data center, anche su quelle on-premise.

AWS hybrid statistiche

AWS Outpost, l’ibrido perfetto?

Amazon offre la possibilità di utilizzare le medesime API ma, soprattutto, lo stesso hardware on premise, come quello in cloud, con Outpost a fare da “tramite” per facilitare la trasmissione dei dati in tutti quei casi in cui la latenza può costituire un problema o si preferisce elaborare in locale. Esempi classici in cui la soluzione ibrida si presenta come la più consigliata possono essere le aziende finanziarie e di trading, telecomunicazioni, automazione e sanità.

In pratica, presso l’azienda viene post un rack con uguale configurazione di quelli presenti per la gestione on cloud di Amazon. È come avere una versione ridotta di AWS presso la propria sede, pronta a far girare in modo del tutto trasparente e soprattutto on-premise, la miglior soluzione di cloud ibrido al momento offerta sul mercato. I vantaggi anche per le aziende meno strutturate sono quindi evidenti dovendo confrontarsi con un unico piano di gestione hardware e software.

Vengono così superate le principali difficoltà di implementazione di soluzioni cloud ibride:

  • Ambienti IT e di sviluppo differenti per operazioni in cloud e on premise
  • Coordinamento dei fornitori hardware e software
  • Servizi di manutenzione e aggiornamento onerosi
  • Maggiori rischi sulla sicurezza on premise per ritardo su aggiornamenti e patch
AWS Hybrid benefici

Soluzioni personalizzabili e supportate

L’infrastruttura di Outposts è interamente gestita, mantenuta e supportata da AWS per fornire accesso ai più recenti servizi AWS. Secondo quanto riportato da Amazon, per iniziare basta accedere all’AWS Management Console e ordinare i server Outposts, scegliendo tra una grande varietà di opzioni di elaborazione e archiviazione. La dimensione dei server è completamente personalizzabile “… Puoi ordinare uno o più server, un quarto, mezzo o unità più grandi”.

AWS Outposts è disponibile dalla seconda metà del 2019. Due le varianti:

1) il servizio VMware Cloud on AWS in esecuzione su Outposts.

2) AWS Outposts che permete ai clienti di eseguire calcoli e storage on premise, utilizzando le stesse API native utilizzate nel cloud AWS.

Qui per avere maggiori informazioni – (immagini tratte da “Introduction to AWS Outposts – AWS Online Tech Talks”)

AWS dove conviene

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